L’Aglianico del Vulture diventa DOCG

aglianico su cordone speronato

L’Aglianico del Vulture ha finalmente ottenuto il riconoscimento  della DOCG, dopo 40 anni dall’ottenimento  della DOC; il provvedimento comporterà anche le specifiche per le denominazioni “Aglianico del Vulture Superiore” e “Riserva”.Il riconoscimento arriva dopo una richiesta che ormai era diventata plebiscitaria e va ad ampliare la già notevole rosa dei prodotti Lucani d’Eccellenza.
AGLIANICO DEL VULTURE DOCG

AGLIANICO DEL VULTURE DOCG

Non che la cosa cambi molto perchè molti produttori propongono da tempo vini riconducibili ad una tipologia DOCG… ma l’ufficialità è molto importante per un’immagine che renda appieno la classe di questo vino. Il riconoscimento è direttamente riconducibile all’Aglianico, dal momento che il cugino campano, il Taurasi, è anch’esso DOCG, e  da molti anni.La nuova denominazione ha richiesto anche la modifica del vecchio disciplinare per accogliere i nuovi parametri di coltivazione e vinificazione che, naturalmente, sono molto più restrittivi e vincolanti, oltre a definire anche i parametri di ricaduta sulla produzione DOC.Si spera che la nuova denominazione dia un nuovo impulso alla popolarità dell’Aglianico, che un maestro come Arturo Marescalchi definì con la seguente espressione:” Devo confessare, chiedendo scusa ai miei Barolo e Barbera, che l’Aglianico  si deve considerare  il loro fratello maggiore “ LA SCHEDADenominazione: Aglianico del Vulture DocApprovato con: Decreto Ministeriale 18/02/1971(Gazzetta Ufficiale n. 129 del 22/05/1971)Aziende: 36Etichette: 75Dove si produce: 15 comuni della zona del VultureColore: rosso rubino più o meno intenso o granato vivace,con riflessi arancione dopo l’invecchiamento.Odore: vinoso con profumo delicato caratteristico eche migliora con l’invecchiamento.Sapore: asciutto, sapido, fresco, armonico, giustamentetannico, che tende al vellutato con l’invecchiamento.Caratteristiche: si ottiene da uve del vitigno Aglianico,con gradazione alcolica complessiva minima naturaledi 12 gradi. Invecchiato per almeno tre anni, di cui due passatiin botti di legno, potrà portare in etichetta la qualificadi “vecchio”. Se invecchiato di almeno cinque anni – di cuisempre due in botti di legno – potrà portare in etichetta laqualifica di “riserva”.Sono ritenuti idonei unicamente i vigneti su terreni collinari diorigine vulcanica o comunque di buona costituzione, situati tra i200 e i 700 metri s.l.m.Le operazioni di vinificazione, compreso l’invecchiamento obbligatorio,devono essere effettuate all’interno della zona di produzione.Tra la fase di vinificazione e l’invecchiamento deve trascorrereminimo un anno di tempo.

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